The story so far…

Di tutte le escursioni che abbiamo fatto, probabilmente, quella che ha poi scatenato l’inferno è stata proprio questa. Siamo ancora in quel periodo in cui il Maestro Banana si trascinava Fabio per i monti assieme a un ristretto gruppo di malcapitati. Siamo ancora nel periodo in cui avevo tempo per dormire e oziare nei weekend.

Succede che, quando hai degli amici veramente fetenti che diventano drogati di qualcosa, tentano in tutti i modi di tirarti dentro e, all’ennesimo invito, decidi di accettare. A: “Ragazzi ma… É una cosa tranquilla? Cioè riesco anche se non sono allenato?”. Mimi e Cocò in coro: “Ma siiiii Abe, vai tranquillissimo! Figurati, è un’uscita molto tranquilla anzi, facciamo il percorso più facile e non saliamo neanche in vetta”. Boh… se mi dicono così mi fido. No, non mi fido, scriviamo a Monica per chiedere un riscontro… A: “Mooonica, mi hanno invitato a fare un giro sul monte Barro, il dislivello dovrebbe essere 300 mt, dici che ce la faccio?” Monica, che per inciso era appena tornata da una giornata di Trekking sulla via Regia, risponde: “Ma si dai, 300 mt ce la fai tranquillamente, anzi vengo anche io!” Ok, la situazione mi sembra a basso rischio, fidiamoci…. A: “Ragazzi ma io ho solo le scarpe da tennis normali, vanno bene lo stesso? In coro: “Ma certo!”.

Allora ci siamo trovati verso le 10.00 davanti alla fontana ai piedi del sentiero. Problema 1: aveva piovuto per i 2 gg precedenti. Problema 2: c’era una corsa di Skyrunning. Ragazzi ma voi lo sapete cos’è lo Skyrunning!? Questi saltellano tipo stambecchi la dove il mio metodo di discesa è appoggiare le chiappe sulle rocce. È una roba che non va bene… al di là delle maledizioni che ti tirano le rotule, corrono in salita. Sì in salita, e non si fermano!!! Lo trovo molto poco educato questo atteggiamento: cioè io arrivo lì tutto timoroso e carico di buone intenzioni e questi mi umiliano così, facendo in 3 minuti quello che a me richiede un quarto d’ora? Ci vuole altruismo, queste cose la domenica mattina non bisogna farle.

Comunque, torniamo a noi: imbocchiamo il sentiero e, dopo un tratto in salita, mi ritrovo in un paio di passaggi con sassi a terra e un rigolo d’acqua che passa. Avete presente quante maledizioni ho tirato per essermi fidato di quei 3 bischeri? Sono anche riuscito a pucciare un piede e bagnarmi fino a metà scarpa. Vabbeh, decido di non mollare, anche quando, a causa della corsa, pensan bene di cambiare percorso di modo da non infastidire i partecipanti e imbocchiamo il sentiero più tosto! E qui Simone “ma no tranquillo dai, non andiamo mica fino alla vetta…” Proseguiamo sul sentiero numero 1, che alterna salite dolci a tratti un po’ più decisi. Al di là del disagio che portavo sulle spalle, devo dire che il percorso non così folle. L’unica parte che mette un po’ in difficoltà appunto il finale, quando si decide ovviamente di salire in vetta, in cui è necessario affrontare un pezzo con parecchia roccia e l’aiutarsi con le mani diventa fondamentale.

Inutile dire che arrivare in vetta, per me, stata una discreta soddisfazione. Inutile dire che, per me, la questione è ancora un conto aperto con Monica, Simone e Fabio. È stata la prima uscita che abbiamo fatto insieme tutti 4. È stata la giornata che, dopo qualche mese, ha portato alla creazione di questo blog. È stato l’errore a cui saranno costretti a rimediare con una punizione che la mia diabolica mente deve ancora definire, ma arriverà!

Ricapitolando:

PARTENZA

Galbiate (LC)

LUNGHEZZA

7km

DURATA

3:00h

DIFFICOLTÀ

Discreta sfacchinata

DISLIVELLO

550m

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