Ed eccoci nuovamente pronti per un’altra escursione! La meta di oggi è il rifugio Santa Rita, situato a 2000 m di altezza, ai piedi del Pizzo dei Tre signori, nella alta Val Biandino.
La giornata si preannuncia faticosa e infatti la maggior parte del gruppo scansa la proposta con false scuse del tipo “devo andare ad una mostra di pacchetti di patatine” o “devo mettere a posto il guardaroba invernale”. Soltanto l’ingenuo Fabio ci casca in pieno rassicurato da un mio commento del tipo “tranquillo, al massimo ci fermiamo e torniamo indietro”.
Partiamo in direzione Margno (730m) dove parcheggiamo nel piazzale della funivia (a pagamento) e prendiamo una delle prime corse del mattino, per raggiungere comodamente il Pian delle Betulle (1500m). Da qui inizia la nostra camminata seguendo le indicazioni per il rifugio, attraversando il paese sulla destra per poi entrare in un piccolo bosco e raggiungere il piano Ortighera, dove alcuni bovini si nascondono tra le case di pietra.
Risaliamo il lato della montagna con bella vista sul lago di Lecco e raggiungiamo la località Larice Bruciato (1700m) dove inspiegabilmente troviamo… un sacco di gente! Senza saperlo siamo finiti nel bel mezzo della festa del “Lares Brusaa” e un profumo di polenta e prodotti tipici mi fa titubare. Mi giro per cercare conforto e trovo il compare sudato come un cotechino a ferragosto, un asciugamano in testa tipo sudario e gli occhi fissi sbarrati in direzione reparto salumi e formaggi! Non indugio oltre e lo trascino via dalle tentazioni, proseguendo lungo il sentiero che scende deciso a sinistra per poi risalire a destra su terreno sconnesso verso la Bocchetta Agoredo (1825m).
Il sentiero prosegue sul lato della montagna con una vista da togliere il fiato sulla valle fino ad arrivare in cresta. Del rifugio neanche l’ombra e, dubbiosi, chiediamo ad una escursionista che ci dice di proseguire lungo la cresta che scende (attraverso due tralicci dell’alta tensione), risale e scende nuovamente per raggiungere il rifugio; “neanche un’ora e siete arrivati” dice, ma la corporatura esile e i polpacci d’acciaio mi fanno dubitare delle tempistiche. Intanto il compare è affamato e guarda il fondovalle, dove inspiegabilmente una comoda strada porta ad un rifugio dove parecchie macchine sono tranquillamente parcheggiate.
Un brivido mi corre lungo la schiena e intuisco nello sguardo di Fabio l’odio per non avergli detto che poteva risparmiarsi un paio d’ore di camminata. Senza indugiare gli offro un misero panino e lo conduco lungo l’ultimo tratto, per raggiungere finalmente il rifugio Santa Rita (2000m). Qui senza il minimo dubbio ci facciamo portare due abbondanti piatti di pasta al ragù, acqua, vino e una fetta di torta; tutto ci pare buonissimo e capiamo che a volte, per essere felici, basta veramente poco! Dopo un meritato sonnellino ammirando la vallata e lo stupendo promontorio alle nostre spalle, decidiamo di tornare lungo lo stesso percorso con passo deciso, anche a causa di un fronte temporalesco che compare velocemente dietro il Pizzo dei Tre Signori.
Ci riposiamo solo brevemente in località Larice Bruciato, anche perchè il pericolo pioggia sembra scampato. Stanchi ma appagati, rallentiamo e raggiungiamo, con fin troppa calma, il Pian delle Betulle. La sopresa finale è stata trovarsi la funivia chiusa!!! Tragedia immane, sconforto infinito e crescita immediata delle orecchie da asino. Malediciamo noi stessi di 8h prima che non hanno controllato gli orari della funivia e ci sentiamo come Wilson in Cast Away! L’unica soluzione è ridiscendere verso Margno lungo il sentiero che scende ripido e costante alla sinistra della funivia ragliando come ciuchini. Ad orario improbabile arriviamo al parcheggio dove il conteggio delle ore, dopo soste, pranzo ed errori vari raggiunge la cifra 9. Distrutti nel corpo, profumati come due ovini ma orgogliosi dell’impresa torniamo a casa, con la fronte rosso cremisi e gli sguardi da ebeti! Alla prossima disavventura! Follow the white dog!
PARTENZA Margno (LC) |
LUNGHEZZA 20km |
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DURATA 8:00h |
DIFFICOLTÀ Suderai 7 camicie e rinuncerai a un polmone |
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DISLIVELLO 550m |
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