All’inizio di questa piccola avventura “editoriale” in chiave moderna, nessuno di noi si è posto troppe domande, eccitati dall’idea di creare un blog e sommersi da mille piccoli dettagli che servono a costruirlo in maniera soddisfacente: il maestro sembrerebbe il pignolo del gruppo, ma in realtà wonder woman, l’uomo focaccina e ciuffo sono molto esigenti e puntigliosi.
Ora che in parte il progetto è avviato iniziano le domande: “perché questo blog?” – perché ci piace la montagna! – “perché la montagna?” – perché ci piace camminare! – “perché vi piace camminare?” – e qui si entra più in profondità…
Fin dalla più tenera età il binomio montagna-camminata mi è sempre apparso assolutamente perfetto: avendo la fortuna di abitare nelle vicinanze delle nostre Alpi, trovare luoghi dove poter girovagare, con poco dispendio di tempo e di soldi è molto facile. Crescendo cambiano esigenze e interessi, e il camminare viene visto come una perdita di tempo! Dobbiamo necessariamente fare mille e più attività, nel più breve tempo possibile, il più velocemente possibile, soprattutto se abitiamo in città. Se la nostra vita si svolge invece in piccoli paesi, la tendenza è quella di utilizzare mezzi di trasporto di qualsiasi genere per fare anche i più piccoli spostamenti, con la tendenza a diventare pigri e camminare il meno possibile.
L’atto del camminare viene visto quindi come puro metodo di spostamento da un punto ad un altro, senza nessun altro scopo…è qui invece che il discorso prende una piega inaspettata!
Il cammino attiva in noi una serie di muscoli che pensavamo di non avere mai avuto, produce in noi una fame atavica che neanche mille all you can eat potrebbero sul momento soddisfare, ma soprattutto ci permette di entrare in contatto con la parte di noi stessi che spesso non vogliamo ascoltare e che teniamo lontana apposta. Camminando il corpo è impegnato in un movimento ritmico e costante, si rilassa e rilassa la nostra mente, che è pronta ad ascoltare se stessa o ad ascoltare quello che il nostro compagno di trekking, sudato come un cotechino e che abbiamo convinto con l’inganno a seguirci, ha da raccontarci e da condividere.
Se poi riusciamo a camminare in un luogo che amplifica tutto questo allora possiamo realmente dire di aver fatto centro! La montagna è dura, selvaggia e da non sottovalutare, ma racchiude una natura meravigliosa, pura, mozzafiato, profumi unici, suoni e silenzi avvolgenti, e ogni tanto qualche piccolo borgo magico, incantato, abitato da persone semplici e dove spesso possiamo trovare piatti strepitosi!
Tutto questo vuol dire camminare per me: che voi siate nel parco dietro casa o sul cammino di Santiago, sulla pista ciclabile di paese o lungo il Laugavegur trekking in Islanda, l’importante è non fermarsi, continuare ad avanzare lungo la strada, dentro noi stessi, insieme ai nostri cari!
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