Quando vorresti tornare indietro nel tempo e prenderti a sberle…

Avete presente quando, tirando fuori dall’armadio un pantalone che non usate da diverso tempo, trovate nella tasca 20€ che avevate dimenticato anche di avere? In quei momenti vorresti dare una pacca sulla spalla al te stesso del passato e ringraziarlo per la piacevole sorpresa.
A me è capitata più o meno la stessa cosa, solo che volevo prendermi a ceffoni. Una mattina di qualche mese fa mi sono svegliato creativo, ed ho formulato la fantastica proposta del “ma perchè, quest’estate, non facciamo una bella escursione nel cuore della notte e andiamo a vedere l’alba in vetta?”.

Per 3 mesi ho mentalmente rimandato questo avvenimento, fino a che quel brillantone di Fabio (che notoriamente non ricorda nemmeno il colore delle mutande che ha indossato la mattina stessa) ha deciso di rispolverare questa mia sparata. E che fai? Tiri buca per un’escursione che hai proposto tu? Vi risparmio le difficoltà nel trovare il giorno migliore per incastrare bene il meteo e i vari impegni, salto subito alle 3.30 del mattino, quando la mia sveglia è suonata. Butta nello zaino un po’ d’uva, la borraccia, una felpa e un telo 5 metri per 3 che sogno di usare per dormire dopo lo sforzo della salita. Destinazione Cornizzolo, in poco più di mezz’ora di macchina arriviamo quindi a Eupilio (CO).

Il gruppo è composto da me, Monica, Fabio, Pamela (ribattezzata per l’occasione: VOGLIO UNA GUIDA SPERICOLATA) e Annalisa. Tra una cosa e l’altra prendiamo in mano le torce alle 5.00, imboccando la strada asfaltata che ci porterà in vetta. Ammetto che non combinavo nulla dall’uscita al Parco Valentino, quindi i miei polmoni e la mia milza hanno manifestato con veemenza il loro dissenso verso questa mia impresa.

Partire di notte e arrivare col giorno è qualcosa di speciale. Già dopo un paio di tornanti si può ammirare il panorama notturno della città illuminata, la cui bellezza è forse accresciuta dal senso di distanza che si percepisce dal caos metropolitano. Ad onor del vero le torce servono realmente in una manciata di passaggi, perchè per la maggior parte del percorso è illuminato dalla luna stessa, che è accesa come una lampadina sulle nostre teste. Zio Google dice che l’alba dovrebbe giungere alle 6.27, ma già da una quarantina di minuti prima il cielo inizia a diventare più chiaro, per colorarsi piano piano di un leggero rosa. Se le nuvole ci nascondono l’entrata in scena del sole, allo stesso tempo regalano una vista ancor più suggestiva, riflettendosi sui laghi di Segrino, Pusiano e Annone. Dopo una breve sosta nel punto in cui gli Scurbatt spiccano il volo, ripartiamo diretti alla cima.

Su proposta di Fabio decidiamo di fare una deviazione verso la punta del Monte Rai, dove mi ritroverò ad avere un acceso diverbio con un gruppo di capre che non solo ha disturbato il mio riposo, ma voleva anche saccheggiare il mio zaino. Più rabbioso che mai per aver dovuto rinunciare al mio meritato pisolino, mi dirigo coi miei compagni di sventura verso il rifugio S.E.C. Marisa Consiglieri, per fare uno spuntino.

Nota a margine: mi sono dovuto accontentare di un cappuccino, mentre i miei compari si sbafavano una bella crostata. Amici ristoratori, ricordatevi di avere sempre un’alternativa per noi poveri sfigati costretti ad evitare il glutine.

All’uscita arriva un’altra fantastica proposta del nostro caro poeta, che vuole a tutti i costi salire sul Cornizzolo per farsi una bella foto davanti alla croce. Ciao cari, ma ciao proprio, io mi svacco a metà salita a spettegolare con Monica, mentre loro proseguono la fatica.

Poco prima delle 9.30 ci rimettiamo in cammino, iniziando una discesa che ci sembrerà non finire mai. Dopo una cinquantina di minuti passati a sgambettare, mi siedo finalmente sul sedile posteriore e sprofondo in una pennichella di mezz’ora che mi farà recuperare 5 anni di vita. 🙂

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